Il 29 aprile del 1975 muore a Milano, nell’indifferenza generale, il giovane militante del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli. La sua colpa essere un ragazzo di destra, la sua condanna l’aver scritto un semplice tema.
Un ragazzo come tanti, frequentava l’Istituto tecnico Molinari di Milano, di cui era fiduciario per il FdG. Un diciottenne diviso tra lo studio, la fidanzata e le sue due grandi passioni, quella per il calcio e quella per la politica. Proprio quest’ultima, durante un compito in classe d’italiano, lo spinse a scrivere un tema sulle violenze perpetrate in quegli anni dalle Brigate Rosse. Quel tema non fu neanche corretto dal professore. Un gruppo di studenti legati ad Avanguardia Operaia lo requisì per esporlo nella bacheca all’entrata della scuola, con sopra la scritta: “Ecco il tema di un fascista!”. Da quel momento Sergio divenne un bersaglio. Nonostante fosse quotidianamente vessato, umiliato e aggredito, costretto persino a cambiare istituto, Sergio rimase saldo nelle sue convinzioni non facendosi intimorire neanche dalla comparsa di una scritta sotto casa: “Ramelli fascista sei il primo della lista”.
Il 13 marzo l’aggressione.
Un commando composto dal servizio d’ordine della facoltà di medicina di Avanguardia Operaia, aggredisce Sergio sotto casa sua colpendolo ripetutamente al capo con delle chiavi inglesi, lasciandolo in fin di vita sul selciato. La corsa in ospedale ed il lungo intervento chirurgico servirono a poco e dopo quarantasette interminabili giorni di agonia, il giovane si spegne sul letto di ospedale.
A quarantasei anni dalla sua morte, continua ad essere un esempio per tutti quei giovani che credono nel valore della libertà e nel dovere di difenderla ad ogni costo.
La Comunità di FEDErAZIONE, lo ha voluto ricordare esponendo in tutta Italia dei semplici striscioni ma dal profondo significato.